Coldiretti e Filiera Italia ritengono fondamentale difendere la sovranità alimentare italiana per evitare un crack a livello nazionale, specie in un periodo in cui si concentrano le produzioni agricole tipiche del paese come questo (ortaggi, legumi, salumi, formaggi, conserve, ecc…)

Serve un intervento immediato che garantisca alle imprese che producono cibo di avere il massimo degli aiuti, anche attraverso l’aumento del credito d’imposta se questa sarà scelta dal Governo”. Così Coldiretti e Filiera Italia in occasione dell’incontro con il ministero dell’Economia, Daniele Franco, e con quello dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti.

“L’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne – denuncia Coldiretti – dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben oltre un terzo del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari, secondo il Crea”.

Nel settore sono stati registrati rincari dei costi a tre cifre (+170% per i concimi, +129% per il gasolio, +300% delle bollette dell’acqua), oltre che aumenti anche per il packaging e i materiali (etichette, cartoni, plastica tutte in rincaro).

Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ha commentato: “È una situazione di emergenza di guerra che non si può sottovalutare, l’agroalimentare sta pagando un prezzo altissimo per le conseguenze dell’elevato costo dell’energia che nel resto del mondo non è elevato come in Italia. E se non si interviene con urgenza si rischia la delocalizzazione in altri Paesi, per esempio gli Stati Uniti per le condizioni vantaggiose che offrono, in primis dal punto di vista energetico. Come per il gas anche e soprattutto nell’alimentare l’Italia deve recuperare il tempo perduto e lavorare per ridurre la dipendenza dall’estero intervenendo nell’immediato sui costi energetici per salvare aziende e stalle per non perdere quegli spazi di autonomia e sovranità alimentare che fino a oggi le imprese agroalimentari italiane sono riuscite a difendere per il bene del Paese”.

Anche Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia ha ribadito che: “Senza un intervento drastico ed immediato è l’intero settore a rischiare il crack. Non c’è spazio per attendere fine ottobre e l’arrivo del nuovo Governo per cui abbiamo chiesto al Governo in carica di intervenire in maniera più drastica. Irresponsabile, l’atteggiamento egoistico che alcuni Paesi continuano a tenere a Bruxelles sula proposta di introdurre un tetto al prezzo del gas rimandata all’incontro deli Capi di Stato di ottobre. Rimandare di un mese il price cap, unica ed inevitabile soluzione alle speculazioni crescenti sul prezzo dell’energia vuol dire non capire che siamo di fatto in uno stato di guerra economica in cui ogni giorno rimangono sul campo imprese e lavoratori. Il tutto per consentire il proseguo di speculazioni da parte soprattutto da parte di Olanda e Danimarca che continuano ad opporsi alla soluzione da tempo proposta da Mario Draghi. A livello nazionale siamo tutti consapevoli dell’importanza dell’equilibrio dei conti pubblici ma senza un minimo di scostamento il prezzo che il Paese dovrà pagare in termini di posti di lavoro e povertà sarà molto più alto”.