L’export di vino italiano ha retto all’onda d’urto della pandemia e si conferma un testimonial del made in Italy nel mondo, ma occorre superare l’attuale fase di difficoltà e sfruttare l’opportunità offerta dal Recovery Plan per incentivare l’agricoltura sostenibile e per e le produzioni d’eccellenza italiane.

Lo afferma in una nota Andrea Sartori, Presidente di Casa Vinicola Sartori, in merito alla valorizzazione del vino e dell’agroalimentare per rilanciare il “made in Italy”.

Nonostante la pandemia da Covid-19, nel 2020 l’export di vino italiano ha resistito ed ha confermato la resilienza di un settore che rappresenta una delle eccellenze del made in Italy nel mondo”, sottolinea Sartori, aggiungendo “sono tantissime le difficoltà che stiamo attraversando”.

A causa delle restrizioni imposte, nel 2020 , sono stati persi 11,5 miliardi di euro in vendite di vino e circa 200 milioni di bottiglie di vino non sono giunte sulle tavole dei locali. Non va meglio per i prodotti alimentari che pure hanno subito la ripercussione della crisi che ha investito il settore della ristorazione. “Auspichiamo al più presto che ci sia una riapertura delle attività quali bar e ristoranti, anche nelle ore serali, ovviamente nel pieno rispetto delle regole per evitare il diffondersi dei contagi”.

L’imprenditore propone di “riportare l’agroalimentare al centro dell’economia italiana come motore del PIL” e “gestire al meglio” le risorse provenienti dal Recovery Plan che, per l’agricoltura sostenibile, sono pari a circa 2,5 miliardi di euro. “Il futuro del nostro Paese – sottolinea – dipende da come questi fondi verranno utilizzati con il fine di promuovere il consumo dei nostri prodotti, la sicurezza alimentare, valorizzando anche la sostenibilità ambientale”.