Si è spento a 74 anni Colombo “Bobo” Vincenzi, anima del ristorante “Ribo” di Guglionesi. Con la moglie Rita aveva trasformato la passione per la cucina in un simbolo di amore e tradizione

Se n’è andato Bobo del Ribò, al secolo Colombo Vincenzi, cuoco dal cuore grande che da Rimini ha scelto il Molise come casa. Con il suo sorriso, la passione per la cucina e l’accoglienza vera, ha fatto del suo ristorante un punto di riferimento per tutta Guglionesi in provincia di Campobasso. Bobo era uno di famiglia per chiunque l’abbia incontrato, un amico sincero che sapeva farti sentire a casa. Il suo ricordo resterà vivo tra sapori, risate e abbracci sinceri. Noi l’abbiamo incontrato tantissimi anni fa e il ricordo è ancora vivo: cosa che capita solo quando ci troviamo davanti ai grandi incontri della vita! Ciao Bobo.

Dalla redazione di mynews.it

Il mondo della gastronomia molisana è in lutto per la scomparsa di Colombo Vincenzi, per tutti semplicemente Bobochef di talento e figura amatissima nel panorama culinario locale. Nato a Rimini il 5 marzo 1951, Bobo si è spento oggi, 2 luglio 2025, all’età di 74 anni, lasciando un vuoto profondo in chi ha avuto il privilegio di conoscerlo, gustare i suoi piatti e condividere con lui momenti di autentica umanità.

Insieme alla moglie Rita Santo, scomparsa nel 2020, Bobo aveva dato vita a Ribo”, un ristorante che era molto più di un locale: era un progetto di vita, un sogno condiviso, un luogo dove ogni piatto raccontava una storia. Il nome stesso, Ribo, nasce dall’unione dei loro nomi, simbolo di un amore che ha saputo tradursi in accoglienza, calore e sapori indimenticabili.

Bobo Vincenzi era noto per la sua straordinaria creatività in cucina, per la capacità di valorizzare i prodotti del territorio con un tocco personale e innovativo. Nel 2013 aveva ricevuto il Certificato di Eccellenza di TripAdvisor, un riconoscimento che aveva accolto con emozione e gratitudine.

Non mi aspettavo un riconoscimento così importante, sono commosso,” aveva dichiarato a myNews.it in quell’occasione. “Questo certificato è per me uno stimolo a lavorare ancora meglio. Avere un riconoscimento così nel nostro piccolo territorio è importante sia per il nostro locale, sia per l’intero Molise”.

Parole che riflettono la sua umiltà, la sua dedizione e il profondo legame con la terra che aveva scelto come casa. Dopo la perdita della moglie, Bobo aveva continuato a portare avanti il loro sogno con la stessa passione, trasformando il dolore in forza e la memoria in ispirazione.

Chi lo conosceva bene ricorda anche la sua passione per Ernesto “Che” Guevara, figura che ammirava profondamente. Non era raro vederlo indossare magliette con il celebre ritratto del Che, simbolo di idealismo, coraggio e rivoluzione. Un dettaglio che raccontava molto del suo spirito libero e della sua visione della vita: autentica, coerente, mai banale.

La notizia della sua scomparsa ha suscitato un’ondata di commozione sui social media. Chef, ristoratori, clienti affezionati e semplici appassionati di cucina hanno voluto ricordarlo con messaggi affettuosi, fotografie, aneddoti e parole di stima.

La redazione di Gustoh24 porge le più sentite condoglianze alla famiglia, agli amici e a tutti coloro che gli hanno voluto bene. 

“Il dolore della perdita è una ferita che non guarisce mai completamente” – Washington Irving

Un articolo del super critico Edoardo Raspelli
Giovedì 9-8-2018

Romagnolo, romagnolo verace ma, anche, simbolo gastronomico della prima regione meridionale che incontrate nel vostro lungo viaggio per il Gargano e la Puglia, il Molise. E’ da sempre qui Colombo Vincenzi detto Bobo, di cui scrissi su queste stesse colonne il 3 febbraio del 2001: sono passati 17 anni, un po’ più bianchi capelli e barba (ma pitturati di rosso, il colore del cuore), uno stent nelle coronarie ma la stessa passione, la stessa voglia di fare, lo stesso entusiasmo, gli stessi eccellenti risultati gastronomici.

Tutta la passione, l’amore di Bobo per la sua patria d’adozione, la vedete nella cucina, nella dispensa: la pasta o è fatta in casa od è della…Molisana, i formaggi ed i salumi valorizzano le piccole produzioni locali di queste territorio, tra il mare di Termoli ed i colli tra Montenero di Bisaccia e Guglionesi, pesci e crostacei sono pescati e vengono soprattutto (fermo pesca permettendo) dall’Adriatico e tutto questo da parte di un furetto che tutte le mattine va al mercato a fare la spesa, senza fare ricorso ai cataloghi di importatori o grande distribuzione…

Accanto a Bobo, che sta in cucina,  la moglie, che sovrintende la sala, Rita ( Ribo sta, ovviamente, per le prime due lettere di entrambi i nomi) per un locale semplice, spartano, ma caldo e familiarmente  accogliente. Da Termoli imboccate la strada per la collina che vi porta verso San Giacomo degli Schiavoni: il locale è sulla vostra destra, salendo, non avete nemmeno bisogno di entrare a Guglionesi( vi perdereste).

Ecco, in uno scampolo di verde e di silenzio, un ampio spazio(da riassettare) per parcheggiare e due corpi di fabbrica: nel primo, verso la strada, le otto villette che funzionano da albergo( semplicissime, essenziali, ma con l’aria condizionata); verso l’interno ,la casetta rusticissima che ospita il ristorante dove sarete accolti da alcuni commis/ragazzetti che vi porteranno: saporosa ventricina(12 euro), canocchie al panno(10 euro), pallotte cacio e uova in brodo di pesce (7 euro), taccozzi con crostacei (12), troccoli al sugo di razza (10), zuppa di pesce(25 euro: meravigliosa come quella che fa la sorella di Bobo, Nadia, ad Erbusco, BS), agnello alla molisana (14), panna cotta (4 euro).

Guglionesi (Campobasso),contrada Malacoste 7
Ribo Hôtel Ristorante
Tel.e fax 0875.680655  331.3113636
www.ribomolise.it     info@ribomolise.it
Chiuso domenica sera e tutto lunedì.
Ultima prova :11-7-2018
VOTO : 14.5/20

POSIZIONE   ★☆☆☆☆   1 su 5
 AMBIENTE  ★☆☆☆☆   1 su 5
 SERVIZIO     ★☆☆☆☆   1 su 5
 VINI              ★☆☆☆☆ 1 su 5

RUBRICA DI SABATO 3 FEBBRAIO 2001

RISTORANTE      RiBo
INDIRIZZO       Guglionesi (Campobasso), contrada Malecoste 7
TELEFONO     0875.680655
FAX     0875.680655
CHIUSURA        Lunedì
CARTE DI CREDITO        AE, CS, DC, EU MC, VISA, Bancomat
VOTO    14.5/20

Sulla mensola accanto alla cucina, proprio lì dove sventolano i battenti tra sala e fornelli, sulla sinistra, fa bella mostra di sé un piccolo inequivocabile busto di Lenin. Accanto, Stalin effigia l’ etichetta di una bottiglia di Sangiovese; cinque centimetri più in là, falce e martello fanno da accompagnamento iconografico ad un vino che si annuncia  ”Rosso ! ” ( il punto esclamativo è sull’ etichetta).

Le elezioni sono vicine e il patron di questo singolare, ottimo locale, ovviamente un ottimo singolare patron, Bobo Vincenzi, le saluta a sua modo: perfino il suo ciuffo di capelli, addirittura  il pizzetto della sua barba, sono stati dipinti del colore che anche i DS hanno deciso di ripristinare, il rosso. Colombo Vincenzi, riminese d’ origine, ritratto sputato del Bobo delle vignette, il capolavoro di Sergio Stàino, i DS li supera a sinistra; se la prende con il conterraneo Di Pietro (Guglionesi è ad un tiro di schioppo da Montenero di Bisacce) e tifa per gli ultrà. Ma non preoccupatevi, la passione è accompagnata da un sorriso e al ristorante si parla solo di cucina, di ristorazione, di piatti, di entusiasmo. Come quello che ha spinto Bobo, in tutti questi anni molisani, a diventare, lui romagnolo d’ origine, un faro, una bandiera( assieme ai patron della Vecchia Trattoria da Tonino di Campobasso) delle tradizioni, gastronomiche della regione più povera d’ Italia, dal punto di vista della ristorazione.

Se vi sarete fatti spiegare bene la strada, sarà facile uscire dalla periferia di Termoli ed imboccare la strada per Guglionesi, alta sulla collina. Saranno soltanto sette chilometri di una strada panoramica che vi porterà nella bella campagna molisana.

Alcune cose vi renderanno perplessi: l’ entrata sul retro un po’ da riassettare, il disordine nei locali di disimpegno e, anche, l’ accoglienza un po’ disincantata da parte del personale, soprattutto se Rita non è in quel momento in sala a controllare che tutto vada per il  verso giusto. Rassegnatevi, quindi, a qualche minuto d’ attesa senza che nessuno vi dica niente ed alla carta dei vini teorica ma, poi, ricordatevi che tutto questo scomparirà davanti alla qualità di quello che mangerete. Il posto è rustico: una veranda affacciata verso il giardino d’ arrivo, un sala interna, il caminetto acceso.

C’ è il menu scritto, ma tutti si rivolgono a Rita ed anche a Bobo, che esce in sala con la parannanza su cui spicca il viso di Che Guevara. In attesa che arrivi la bottiglia proposta dal cameriere, sbocconcellando gli ottimi pani assortiti fatti in casa, apprestatevi ad una mangiata di pesce( e non solo quello) di grande bontà: cominciate con il crudo di scampetti e calamaretti, con gli scampi avvolti nel lardo di Colonnata ed accompagnati da un crostoncino morbido di polenta, poi passate alle canocchie cotte” al panno”, la ricetta dalla semplicità marinaressca, ai tagliolini ai frutti di mare di grande succulenza, alla spigola di mare. Non perdete, anche, il piccioncino di casa e i succulenti pezzacchiotti della storica ventricina, il meraviglioso indimenticabile insaccato molisano qui veramente artigianale. Si chiude con due curiose ma invitanti mousse( di zucca con marmellata di pomodori verdi e di melanzane al cioccolato) e con lo strudel( tutti casalinghi). 70-80.000 lire per una cucina tornata grande.
Ultima prova: 18-1-2001