ROMA (ITALPRESS) – “Stiamo andando forte, siamo convinti e in fiducia. Loro giocano un pò come noi, sfruttando il contropiede. Hanno giocatori molto veloci a cui piace correre, ma anche buoni centrocampisti. Dobbiamo prepararci con fiducia, perchè se siamo in giornata possiamo battere chiunque. Si tratta solo di credere in noi stessi”. A parlare della gara di andata della semifinale di Conference League contro il Leicester e Tammy Abraham, 24enne attaccante e bomber di una Roma che, sconfitta sabato in casa dell’Inter, è a caccia di conferme in Europa. “Tornerò in Inghilterra e questa partita mi permetterà di dimostrare cosa ho imparato in Italia – spiega la punta giallorossa in un’intervista sul sito dell’Uefa – Sono emozionato, credo che verrà a vedermi tutta la famiglia”. Al momento, l’ex Chelsea e capocannoniere della manifestazione con otto reti, al pari del collega del Cyriel Dessers: “E’ una competizione nuova e importante, e molte squadre cercheranno di giocarla in futuro. Per me, segnare ed essere capocannoniere è un onore. Avrei dovuto segnare di più, ma è stata una bella avventura. C’è stato quello scivolone contro il Bodo/Glimt, ma non ci siamo lasciati distrarre. Siamo tornati più affamati di prima e abbiamo vinto la più importante delle quattro partite”. Roma e i suoi tifosi lo hanno stregato, così come Josè Mourinho, il tecnico portoghese che lo ha voluto al centro del suo progetto. “Le sue prime parole sono state: ‘Preferisci restare in Inghilterra, dove piove sempre, o venire al sole a Roma?’. Abbiamo riso, ma poi ha detto: ‘No, sul seriò. L’ho sempre considerato una figura paterna e secondo lui questo è il posto migliore per me in questo momento; posso lasciare un segno nel calcio italiano e farmi conoscere in tutto il mondo, non solo in Inghilterra. Per me era abbastanza. Lui sa quando ci sono con la testa e quando dormo un pò. Sa guidare davvero la squadra e ispirarla a volere di più. E’ una boccata d’aria fresca. Quando dobbiamo svegliarci, lui c’è. Quando giochiamo bene, ce lo dice ma vuole ancora di più. Un giocatore – conclude Abraham – non potrebbe chiedere di meglio”.
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